Le richieste contenute nel documento dal titolo Le ragioni delle imprese, la responsabilità della politica. Le proposte del terziario per la prossima legislatura sono rivolte a tutti e partiti e movimenti che prenderanno parte all’appuntamento elettorale.
Sono dieci in tutto le aree di intervento selezionate da Confcommercio. Il documento si conclude con cinque agende, rivolte ad altrettante aree di intervento: Turismo; Cultura; Professioni; Giovani; Imprenditoria femminile.
Vi presentiamo un focus ogni giorno con le richieste dell’associazione. Oggi in evidenza l’Agenda per l’imprenditoria femminile.
DI SEGUITO le aree di intervento fin qui pubblicate:
Commercio e servizi di prossimità
Credito e pagamenti elettronici
Non nuocere alla crescita demografica
Lavoro e contrattazione. Politiche attive e formazione
AGENDA PER L’IMPRENDITORIA FEMMINILE
In Italia, per fare impresa, 7 donne su 10 scelgono il terziario di mercato. Lo sviluppo della società e dell’economia del nostro Paese passa, dunque, anche attraverso l’imprenditoria femminile del terziario, che oggi richiede:
> il rafforzamento della dotazione del “Fondo a sostegno dell’impresa femminile” e di ulteriori misure di incentivo che prevedano priorità d’accesso per le imprese femminili;
> il potenziamento delle misure di accompagnamento – come formazione, mentoring e supporto tecnico manageriale – volte a rendere le imprese femminili solide e competitive rispetto al mercato di riferimento e per la transizione verso modelli aziendali maggiormente orientati a sostenibilità e innovazione;
> l’adeguato finanziamento dei costi di certificazione e di assistenza tecnica legati all’ottenimento della certificazione di parità di genere, affinché questo strumento sia reso accessibile all’ampia platea delle piccole e medie imprese;
> interventi che mirino al superamento del divario di genere e all’incoraggiamento del lavoro femminile, non solo per ragioni di equità, ma anche in considerazione del fatto che si tratta di leve essenziali per lo sviluppo economico e sociale del Paese;
> il rifinanziamento dei progetti volti ad incentivare i processi di sostituzione datoriale, consentendo a imprenditori e liberi professionisti di sviluppare forme di conciliazione tra vita professionale e familiare;
> la previsione di una disciplina organica con adeguate politiche familiari e di welfare, ovvero misure concernenti il lavoro di cura, nel quale il “capitale femminile” è principalmente impegnato per sopperire alle carenze del welfare pubblico;
> la revisione della definizione di impresa femminile, fissando la soglia a > 50% per la partecipazione femminile di un’impresa che si possa definire impresa rosa.